Le fratture dello scafoide sono le più frequenti tra quelle delle ossa del carpo (quasi il 90% del totale). Avvengono solitamente in seguito ad una caduta con la mano atteggiata in iperestensione e possono associarsi a lesioni dei piccoli legamenti che circondano lo scafoide e lo stabilizzano con le altre ossa, in particolare con l’osso semilunare.
Dopo la spalla il gomito è l’articolazione che si lussa più spesso, e nei bambini con meno di 10 anni è la più frequente in assoluto. Nella grande maggioranza le lussazioni del gomito sono posteriori e il 30-40 % si accompagnano a fratture.
Le lesioni legamentose delle articolazioni falangee o distorsioni delle dita sono normalmente di 1° o 2° e colpiscono più frequentemente il 4° e 5° dito perché più vulnerabili. Sono le classiche insaccate che producono vivo dolore immediatamente, che diminuisce 2-3 minuti dopo il trauma, permettendo generalmente la ripresa dell’attività. La limitazione spesso è in funzione del grado di gonfiore articolare e la chiusura del pugno è impedita.
Le fratture omero distali sono tipiche dell’infanzia ma si possono verificare anche nell’adulto. Sono causate per lo più da trauma indiretto prodotto da una caduta sul braccio proteso in estensione o da trauma diretto.
Nel caso della distorsione del polso il meccanismo traumatico più frequente è la caduta a terra sulla mano in estensione ed extrarotazione, che comporta uno stiramento delle strutture capsulari.
La frattura del capitello radiale è generalmente causata da traumi indiretti, per caduta sull’arto superiore a mano iperestesa e gomito esteso. Il dolore acuto può indurre una limitazione della articolarità e della forza.
L’epicondilite è una tipica sindrome dolorosa che riconosce nella maggioranza dei casi una patogenesi da sovraccarico e colpisce frequentemente tennisti, golfisti, giocatori di baseball, schermidori.
La sindrome del tunnel carpale si produce per un conflitto meccanico tra contenente e contenuto all’interno del canale del carpo. Più precisamente il nervo mediano viene compresso contro il legamento traverso del carpo, generando deficit sensitivi e motori di entità variabile.