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Il polso è un complesso anatomico composto da molteplici articolazioni tra le ossa dell’avambraccio (radio ed ulna) e diverse ossa carpali (ossa della mano). Il polso è un’articolazione estremamente mobile e adattabile del nostro corpo che ha l’importante funzione di consentire movimenti fini delle nostre mani. La stabilità del polso è mantenuta da stabilizzatori passivi (ad esempio: capsula, legamenti, ecc.) ed attivi (muscoli), che hanno la funzione di supportare l’articolazione durante i diversi movimenti della mano. Il tunnel carpale è uno spazio stretto attraverso il quale passano molteplici strutture, come nervi e tendini, che dal gomito raggiungono la mano. È delineato da diverse strutture, con le ossa carpali che costituiscono il “pavimento” ed i “lati” del tunnel, ed il retinacolo dei flessori o legamento trasverso del carpo (generalmente parlando una spessa fascia di tessuto), il “tetto”. La sindrome del tunnel carpale è definita come una neuropatia da intrappolamento o sindrome da compressione, in cui il nervo mediano che attraversa il tunnel carpale viene compresso. L’aumento della pressione nel tunnel carpale può essere ampiamente classificato in due categorie, condizioni che riducono le dimensioni del tunnel o patologie che portano all’aumento del contenuto del tunnel carpale. In genere, le cause dello sviluppo di questa condizione includono predisposizione genetica, attività che hanno stressato significativamente il polso attraverso movimenti ripetitivi, precedenti infortuni al polso e altri disturbi sistemici (ad esempio: artrite reumatoide, cisti, ecc.). I pazienti affetti da questa condizione in genere riferiscono un esordio insidioso dei loro sintomi, che tende a peggiorare con l’attività e a migliorare leggermente a riposo. I pazienti possono riferire dolore, sintomi neurali (ad esempio: formicolio, intorpidimento, debolezza, ecc.) alla mano, e funzionalità braccio-mano impattata. Oltre a raccogliere informazioni riguardanti il meccanismo della lesione, ed eseguire una valutazione fisica accurata del paziente, in genere viene eseguito un esame strumentale (ad esempio: ultrasuono, risonanza magnetica) per visualizzare in modo ottimale le specifiche della lesione.
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