La rottura del legamento crociato anteriore (LCA) è molto frequente specie in chi pratica sport di alto impatto come il calcio, lo sci, il volley e il basket.
I sintomi della rottura del legamento crociato anteriore (LCA) possono variare in modo significativo da paziente a paziente; il quadro tipico prevede un dolore intenso, gonfiore molto marcato che insorge rapidamente e sensazione di cedimento con importante limitazione funzionale.
La diagnosi si basa sul racconto del paziente e sull’esame clinico che si avvale di opportuni test per valutare la stabilità passiva del ginocchio. Nella maggior parte dei casi viene richiesta una risonanza magnetica (RMN) per valutare anche eventuali lesioni associate a carico dei menischi, dei legamenti collaterali e della cartilagine.
Nel caso di rottura del legamento crociato anteriore (LCA), la scelta tra il percorso conservativo o l'intervento chirurgico è complessa e deve tener conto di numerosi elementi: l'età del paziente, il grado di instabilità, la presenza o meno di lesioni associate e il livello di attività sportiva.
In tutti i casi è fondamentale seguire un appropriato ciclo di riabilitazione.
Le tecniche chirurgiche utilizzate più frequentemente per la ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) sono sostanzialmente 3:
La ricostruzione LCA con tendini del semitendinoso e gracile è ormai la più diffusa, prevede l’utilizzo dei tendini di due muscoli flessori mediali di coscia che vengono poi fatti passare attraverso un tunnel osseo in articolazione.
L’intervento è effettuato in artroscopia.
Nella fase riabilitativa bisognerà rispettare i tempi di guarigione dei muscoli flessori della coscia da cui è stato effettuato il prelievo.
La ricostruzione LCA con tendine rotuleo prevede l’espianto del terzo centrale del tendine rotuleo attraverso una cicatrice mediana di circa 5 cm e poi il suo inserimento in articolazione attraverso un tunnel osseo sotto guida artroscopica.
Questo tipo di intervento tende ad indebolire l’apparato estensore del ginocchio e pertanto carichi eccessivi in riabilitazione possono causare fastidiose tendinopatie a carico del tendine rotuleo e del tendine quadricipitale ritardando i tempi di recupero.
La ricostruzione LCA con allograft (tendine da donatore) è un innesto ottenuto da un tendine d’Achille o rotuleo da donatore. L’intervento ha il vantaggio di non prevedere il prelievo di tendini del paziente, evitando così di indebolire i flessori di coscia o il quadricipite come nei precedenti due interventi.
A seconda delle equipe ortopediche viene consigliato o meno un tutore nel post-operatorio. Quasi sempre l’uso di stampelle viene protratto per circa 3 settimane.
La riabilitazione in seguito alla ricostruzione del legamento crociato anteriore inizia già in seconda giornata in ospedale o a domicilio, mentre arriverai da noi mediamente in decima giornata per proseguire l’iter riabilitativo che ti porterà al recupero completo secondo i modi e i tempi previsti.
La rieducazione si protrae mediamente per cinque mesi, alternando palestra, piscina e, quando arriva il momento, campo sportivo.
Il trattamento della lesione del legamento crociato anteriore (LCA) può essere di due tipi: conservativo e chirurgico, anche se la stragrande maggioranza dei pazienti propende per la via chirurgica per i problemi di instabilità e di artrosi precoce derivanti dalla rottura. La tecnica chirurgica più utilizzata è quella che usa come neolegamento il tendine del semitendinoso e gracile della stessa gamba.
Il trattamento post chirurgico prevede una prima fase di controllo del gonfiore e recupero dell’articolarità (in primo luogo l’estensione) e di ripresa dello schema del passo, essenzialmente svolta in piscina. Parallelamente si può iniziare precocemente la fase di recupero della forza dei quadranti d’anca, gluteo (aiutano la deambulazione) del quadricipite, in catena cinetica chiusa e successivamente aperta (il vasto mediale è il muscolo che si atrofizza maggiormente dopo intervento, quindi è necessario un suo completo recupero) flessori (mediali) adduttori e intrarotatori di ginocchio (che hanno subito il prelievo biologico e quindi indeboliti).
Questa fase della riabilitazione termina con il superamento del test isocinetico (la differenza di forza tra i 2 arti deve essere < 20% almeno). Superato il test isocinetico si passa all’ultima fase del recupero della gestualità sul campo, non prima di aver effettuato un test di soglia metabolica che evidenzia lo stato di salute del paziente e le frequenze cardiache allenanti. Parallelamente al lavoro sul campo è necessario effettuare il Test di analisi del movimento (MAT) nella Green Room, che permette di evidenziare oggettivamente schemi motori errati durante movimenti codificati. Solo attraverso questo tipo di test si può completare il trattamento di guarigione e lavorare sulla prevenzione del re-infortunio. Il paziente è dimesso solo dopo aver effettuato tutti e 3 i test e aver recuperato il 100% della forza.