La rottura del legamento crociato posteriore (LCP) è molto più rara di quella del legamento crociato anteriore (LCA).
Il meccanismo di rottura del LCP è spesso rappresentato da infortuni di contatto con applicazione di una forza che agisce anteriormente sulla gamba determinando una traslazione posteriore della tibia tale da superare la resistenza meccanica di questo legamento. Si verifica tipicamente in caso di impatto del ginocchio contro il cruscotto dell’auto durante un incidente stradale (trauma da cruscotto) e anche in molti sport di contatto. Un altro meccanismo di infortunio, questa volta di non contatto, può essere l’iperestensione del ginocchio, per esempio atterrando da un salto.
La lesione a carico del legamento crociato posteriore è tanto più grave quanto più intenso è stato il meccanismo traumatico:
un trauma lieve provoca una lesione di 1°grado, in cui solo una parte delle fibre viene danneggiata ed il ginocchio è dolente ma non instabile;
un trauma moderato dà una lesione di 2°grado ed un quadro clinico un po’ più severo, caratterizzato da lieve instabilità e molto dolore;
un trauma intenso provoca una lesione di 3° grado ed interrompe completamente il legamento provocando gonfiore, dolore e soprattutto un quadro di instabilità importante.
La sintomatologia immediata della rottura del legamento crociato posteriore (LCP) è piuttosto subdola, pertanto una diagnosi precoce è solitamente un evento abbastanza raro. Il paziente avverte una sensazione di instabilità e di dolore posteriore, che persistono anche dopo la fase acuta. Un corretto esame obiettivo, ed in particolare il test del cassetto posteriore, permettono di porre il sospetto di lesione del LCP. L’esecuzione di indagini più approfondite, come la risonanza magnetica (RMN) aiutano a dare conferme diagnostiche, rivelando anche l’eventuale presenza di lesioni meniscali o di altre strutture.
Il trattamento conservativo della lesione del legamento crociato posteriore (LCP) rappresenta la prima soluzione. Nelle fasi iniziali il percorso riabilitativo è simile a quello delle più comuni distorsioni del ginocchio ed in seguito vanno messe in atto strategie specifiche per la lesione del legamento crociato posteriore.
Il trattamento chirurgico del LCP è riservato solo ai casi che lamentano instabilità anche dopo il trattamento conservativo.
Ricostruzione del legamento crociato posteriore (LCP)
La ricostruzione del legamento crociato posteriore (LCP) viene raramente effettuata quando si tratta di lesioni isolate. Più frequentemente viene eseguita perché si ha una lesione di entrambi i crociati o un’associata instabilità esterna.
Spesso l’innesto è ottenuto prelevando i tendini di semitendinoso e gracile.
Dopo l’intervento si utilizza un tutore che limita la flessione del ginocchio.
Le regole base nella riabilitazione post-intervento sono procedere con cautela nel recupero della flessione attiva, evitare contrazioni isolate dei flessori per i primi tre mesi e aspettare almeno un mese prima di concedere la deambulazione libera.
È invece utile da subito potenziare il quadricipite perché è un muscolo agonista del LCP prima con elettrostimolazioni poi con esercizi attivi.
Riabilitazione per rottura del legamento crociato posteriore (LCP)
Le nuove linee guida in seguito alla lesione del legamento crociato posteriore, privilegiano un trattamento di tipo conservativo, senza cioè ricorrere all’intervento chirurgico; questo perché tra i legamenti del ginocchio quello posteriore è quello che meno partecipa alla stabilizzazione dello stesso durante i movimenti (ha un ruolo attivo solo durante l’iperestensione del ginocchio).
Nelle fasi iniziali il trattamento riabilitativo è simile a quello delle più comuni distorsioni di ginocchio con l’obbiettivo di ridurre il gonfiore e recupere l’articolarità, con l’attenzione ad evitare movimenti di estensione massimale del ginocchio.
Una volta raggiunto l’obiettivo si può passare alla fase del recupero muscolare, in primo luogo dei muscoli che limitano l’iperestensione, quali flessori di ginocchio sia in modalità concentrica che eccentrica e tricipite surale, in particolar modo i gemelli; contestualmente verranno rinforzati il quadricipite, soprattutto con esercizi eccentrici, i muscoli del core (importanti per la stabilizzazione globale del corpo) ai quali verranno abbinati esercizi propriocettivi e coordinativi.
Dopo aver superato il Test isocinetico (nessuna differenza di forza tra i due arti) si passa alla fase del recupero del gesto sportivo con esercizi di forza funzionale e esercitazioni sul campo sportivo e attuato un programma di educazione al movimento e prevenzione, attraverso l’esecuzione del Test di analisi del movimento (MAT) nella Green room.