La lesione del legamento crociato anteriore rappresenta l’infortunio più frequente a livello articolare nel calcio e negli anni si è cercato di ridurre il rischio di infortunio al ginocchio implementando sistemi di riabilitazione sempre più evoluti.
I dati di letteratura scientifica ci fanno notare come la lesione del legamento crociato anteriore nei giovani calciatori (under 20) sia un problema sempre più frequente e sempre più delicato sia dal punto visto chirurgico che riabilitativo. I numeri evidenziano purtroppo che il rischio di recidiva degli atleti under 20 sia del 25-30% di ri-rottura del legamento riscostruito o del legamento controlaterale. Questo rischio di recidiva di lesione sembra essere legato a fattori intrinseci (legati all’anatomia del ginocchio dell’atleta) e fattori estrinseci (strategie di movimento dell’atleta).
Proprio riguardo alla modifica dei fattori di rischio estrinseci si è spostata l’attenzione a nuove strategie riabilitative, volte a migliorare la qualità del movimento degli atleti.
E’ il caso di un giovane calciatore del Rimini Calcio di 15 anni, in cura riabilitativa presso Isokinetic Rimini, sottoposto a chirurgia di ricostruzione del legamento crociato anteriore. Una volta sottoposto a chirurgia di ricostruzione, il giovane atleta ha lavorato nella fase 1 (con obiettivo di ridurre il gonfiore ed il dolore) nell’ambiente riabilitativo della piscina e della palestra. Nella fase 2 della riabilitazione (obiettivo recupero dell’articolarità), si è concentrato maggiormente sul recupero dell’estensione del ginocchio e del corretto schema del passo. Tale percorso ha reso possibile togliere le stampelle dopo 3 settimane dall’intervento chirurgico. Nella fase 3 (obiettivo recupero della forza), nell’ambiente riabilitativo della palestra, ci si è concentrati maggiormente su lavori di forza tramite utilizzo di macchine isotoniche e macchine isocinetiche, con obiettivo di ridurre il gap di forza tra i due arti.
A circa 3 mesi dall’intervento chirurgico è stato sottoposto al test isocinetico per valutare la forza. Il cut-off per poter procedere alla riabilitazione in campo sportivo è di un recupero della forza dei muscoli estensori e flessori di ginocchio con differenza minore del 20%. Il ragazzo ha inoltre effettuato un test di analisi del movimento per valutare il recupero della coordinazione dei movimenti sport specifici.
Il test di analisi del movimento (MAT Test) validato dal centro Isokinetic è un test utile per valutare 6 movimenti sport specifici (squat monopodalico, drop jump, decelerazione, scivolamento laterale, single leg hop, cambio di direzione). Tramite questi movimenti è possibile quantificare la qualità del movimento dell’atleta tramite un sistema di valutazione di schermi e telecamere e un sistema di punteggio a griglia con punteggio in centesimi (punteggio ottimale 80/100).
Effettuato tale test, è possibile modificare alterazioni di coordinazione del movimento del ginocchio, del bacino, del tronco che potrebbero influenzare negativamente il recupero dell’atleta. Si lavora perciò con un training neuromotorio personalizzato e mirato alla modifica dei movimenti considerati a rischio di re-infortunio come il ginocchio valgo dinamico, i disequilibri del bacino e del tronco.
Effettuati questi test, si entra in fase 4 della riabilitazione (obiettivo recupero della coordinazione) e a circa 5 mesi dall’intervento chirurgico è possibile lavorare per una riabilitazione propedeutica alla rieducazione in campo sportivo.
In fase 5 (obiettivo recupero del gesto sportivo) si lavora nell’ambiente riabilitativo del campo sportivo con rieducatore dedicato. La rieducazione sul campo sportivo è fondamentale per curare i gesti tecnici e ricostruire i movimenti in maniera specifica per ricondizionare in sicurezza l’atleta.
La peculiarità della riabilitazione dei giovani atleti è quella di doverli recuperare al meglio con tempi di recupero consigliati dalla letteratura scientifica tra gli 8 e i 12 mesi per il ritorno a una partita ufficiale. Un tempo maggiormente dilatato rispetto agli atleti più maturi poiché bisogna considerare i fattori legati all’accrescimento, quelli connessi alla dinamica del movimento che ha portato alla lesione e quelli biomeccanici alla base della qualità del movimento dei ragazzi under 20, che necessitano di un apprendimento e un recupero maggiore rispetto agli atleti senior.
Tali specifici protocolli sono costantemente in aggiornamento per poter ridurre il rischio di recidiva nei giovani che ancora appare piuttosto alto nel mondo del calcio.
Dott. Jacopo Gamberini
Isokinetic Rimini