Come può l’evoluzione tecnologica migliorare il percorso riabilitativo e diminuire il tempo di recupero degli atleti dopo un infortunio?
Una prima considerazione deriva dall’osservazione del miglioramento – negli ultimi decenni – delle tecniche riabilitative, derivanti dall’incremento delle conoscenze biomeccaniche e neurofisiologiche, che spaziano dal miglioramento del trattamento di una banale distorsione di caviglia alla gestione riabilitativa più complessa del trauma concussivo a livello cerebrale.
Un modello appropriato che spieghi perché e quanto la riabilitazione tecnologica possa incrementare il recupero post infortunio di un atleta non esiste. La mia visione deriva dalla costruzione di un modello basato su un circolo virtuoso che parte dal miglioramento della professione medico-specialistica. Negli ultimi decenni è sicuramente andata aumentando la professionalità dei medici con l’istituzione di scuole di specialità e di branche della medicina interessate al recupero degli infortuni nel mondo sportivo. Di pari passo si sono evoluti tutti i sistemi di diagnostica per immagini utilizzabili dallo staff medico come l’ecografia, la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata 3D. L’ecografia ha avuto un incremento tecnologico notevole negli ultimi decenni e ora, tramite ecografi portatili, per il medico specialista è molto più facile seguire gli atleti e diagnosticare infortuni sul campo in maniera tempestiva, recuperando tempo prezioso per il loro ritorno in campo.
Un punto però cruciale nel miglioramento e nel raggiungimento di obiettivi riabilitativi sportivi sempre più ambiziosi è stato il radicale cambiamento verificatosi nell’organigramma dello staff sanitario delle squadre sportive. L’istituzione del medico sociale inteso come lo conosciamo oggi è arrivata solamente negli anni Sessanta. L’organizzazione dello staff sanitario si è poi evoluta e ora nelle squadre professionistiche si trovano decine di specialisti, appartenenti a ogni settore, a disposizione dell’atleta.
Approfondendo il tema del recupero dell’atleta grazie alle nuove tecnologie, un importante capitolo lo rivestono le innovazioni sull’utilizzo della cartella clinica elettronica: questa ha permesso di monitorare i parametri di guarigione dell’atleta avvantaggiando, nelle scelte terapeutiche, il medico gestore e, di conseguenza, migliorando l’efficacia terapeutica e il recupero dell’atleta. Inoltre, il salto in avanti lo si è avuto con l’avvento di dispositivi elettronici impiegabili durante le sedute sia a scopo terapeutico che a scopo preventivo. Un esempio lampante è il cardiofrequenzimetro: tecnologia già collaudata in ambito sportivo competitivo o riabilitativo in pazienti cardiopatici, ha fatto sempre più la sua comparsa in piscine e palestre riabilitative fisiatriche. La sua utilità è lampante poiché permette al terapista di monitorare in tempo reale il numero dei battiti cardiaci, la percentuale di affaticamento, le calorie spese e il tempo di recupero del paziente stesso.
Di comprovata efficacia nel ritorno allo sport in tempi brevi è la macchina isocinetica. Come fu nel caso di Roberto Baggio, che tornò a una gara ufficiale nel 2002 dopo soli 77 giorni dall’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore, molti pazienti e atleti hanno fatto ricorso a questa tecnologia, beneficiando delle sua straordinaria efficacia nel recupero della forza muscolare. Negli anni questa tecnologia è stata migliorata sempre di più e tramite l’utilizzo di software dedicati e di report sempre più aggiornati, oggi permette di fornire al medico le informazioni per decidere, strada facendo, il proseguimento terapeutico dell’atleta e quando considerarlo pronto per la riabilitazione sul campo sportivo, prima di tornare con la propria squadra.
In ambito prestativo e preventivo per la riabilitazione sul campo da gioco o in allenamento sportivo da alcuni anni ci si avvale di sensori GPS integrati in smartwatch nelle pettorine dei calciatori. La tecnologia GPS permette di monitorare costantemente i carichi di lavoro durante l’arco dell’intera stagione agonistica e di avere a disposizione dati reali, elaborati da un unico dispositivo. Infine, consente di stilare giorno dopo giorno un report del lavoro svolto da ciascun atleta, automatizzando quindi la predisposizione di un programma personalizzato sulla base delle sue esigenze e necessità. Non da ultimo, questa tecnologia può influenzare positivamente anche la prevenzione degli infortuni associati al sovrallenamento perché fornisce un maggior numero di dati di allenamento in maniera scientifica.
Dr. Jacopo Gamberini
Medico Chirurgo
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa
Isokinetic Medical Group – Isokinetic Rimini