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Il complesso della spalla è una delle articolazioni più elaborate del nostro corpo, in quanto è formato da diverse ossa (clavicola, scapola, omero e sterno) che costituiscono diverse articolazioni (sterno-clavicolare, acromio-clavicolare, gleno-omerale, scapolo-toracica). La spalla è l’articolazione più mobile del nostro corpo e la sua stabilità è mantenuta da stabilizzatori passivi (ad esempio: capsula, legamenti, labbro, ecc.) ed attivi-dinamici (muscoli). A causa dei suoi grandi gradi di libertà, la spalla è tra le articolazioni più comunemente afflitte da “instabilità”. L’instabilità della spalla può essere definita come la perdita di funzionalità e comfort dell’articolazione della spalla dovuta ad una traslazione eccessiva della testa omerale nella cavità articolare. In base alla sua eziologia, l’instabilità della spalla è tipicamente classificata in una o più delle seguenti categorie: a) instabilità dettata da trauma con evidenti danni strutturali all’articolazione; b) deficit strutturale senza trauma specifico; c) assenza di deficit strutturale, probabilmente correlato a squilibrio del pattern muscolare. I pazienti possono riferire diverse direzioni di instabilità, tra cui anteriore, posteriore, inferiore e multidirezionale. I pazienti affetti da questa condizione presentano in genere dolore localizzato attorno alla spalla che può irradiarsi ad altre strutture, instabilità, perdita di sicurezza, apprensione, debolezza, e compromissione della funzionalità spalla-braccio.
La gestione dei pazienti affetti da instabilità della spalla è influenzata da diversi fattori, come la presenza di lesioni associate alla spalla (ad esempio, lesione di Bankart, rottura del labbro glenoideo, ecc.), il grado di lassità, l’instabilità riportata, il numero di lussazioni precedenti, e le caratteristiche del paziente interessato (ad esempio: età, livello di attività fisica, ecc.). Il trattamento conservativo consiste in genere in un periodo di riabilitazione estesa, che generalmente produce risultati positivi. Nel caso in cui si ritenga necessario un trattamento chirurgico (ad esempio: alti gradi di instabilità, lussazione ricorrente, lesioni associate, ecc.), sono disponibili molte procedure (ad esempio: spostamento capsulare aperto, riparazione del labbro glenoideo, ecc.) che sono sempre discusse tra il paziente ed il personale medico-chirurgico. Dopo l’intervento chirurgico, è in genere raccomandato un periodo di immobilizzazione/protezione con l’uso di un tutore e la riabilitazione dovrebbe iniziare non appena indicato dal team medico. Dopo essere stato attentamente visitato da uno dei nostri medici specializzati, il tuo processo di recupero sarà strutturato in diverse fasi e si svolgerà in quattro ambienti diversi: la piscina, la palestra, la sala di analisi del movimento, ed il campo. Nelle fasi iniziali, gli obiettivi principali sono ripristinare l’omeostasi della spalla riducendo il dolore e ripristinando gradualmente la funzionalità degli arti superiori. Nella fase intermedia della riabilitazione, la forza della spalla, la resistenza ed il recupero della stabilità diventano la priorità, insieme all’ottimizzazione della qualità generale del movimento per imparare ad integrare la spalla nelle attività della vita quotidiana e nello sport. Infine, per completare il processo di recupero, la riabilitazione sul campo svolge un ruolo fondamentale nel consentire ai nostri pazienti di tornare in modo sicuro ed efficace a partecipare alle loro attività e sport preferiti che richiedono l’utilizzo degli arti superiori (ad esempio: sport di lancio, uso di racchette, cadute, sollevamento pesi), massimizzando i risultati della riabilitazione e riducendo la probabilità di complicazioni.
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