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Il piede è una struttura complessa del nostro corpo costituita da 26 ossa, più di 30 articolazioni e diversi legamenti che mantengono la stabilità articolare. Dal punto di vista anatomico, il piede è tipicamente diviso in tre aree principali, l’avampiede, il mesopiede ed il retropiede. I metatarsi sono cinque ossa dell’avampiede (numerati da I a V dall’interno all’esterno del piede), che hanno la funzione fondamentale di formare gli archi principali del piede e supportare la sua capacità di adattarsi a diversi terreni. La parte superiore delle ossa metatarsali si articola con le falangi le quali costituiscono le dita, mentre la parte inferiore si collega al mesopiede. Le fratture metatarsali sono purtroppo comuni e prevalentemente dovute a traumi diretti all’avampiede, come una caduta di un oggetto pesante su di esso. A parte per gli infortuni ad alta energia, infortuni a bassa energia sono anche possibili e tipicamente riportati a causa di stress ripetuti a carico delle ossa metatarsali (fratture da stress), o da un movimento di torsione eseguito con l’avampiede fisso a terra (più comune negli sport multidirezionali). I pazienti con questo tipo di lesione tendono a lamentare dolore all’avampiede, gonfiore, lividi, potenziale deformità a seconda della gravità della frattura, e ridotta capacità di carico. In base alla presentazione clinica e alle caratteristiche specifiche dell’infortunio, le lesioni metatarsali possono essere gestite in modo conservativo o chirurgico.
La gestione non chirurgica è suggerita in caso di lesioni di basso livello, solitamente fratture minori e composte. Il trattamento, spesso guidato da un’analisi strumentale (radiografia o tomografia computerizzata – TC), include la riduzione e l’immobilizzazione della zona lesa. In genere viene prescritto un gesso o un tutore insieme all’uso di stampelle per scaricare l’articolazione per 2-6 settimane, a seconda della gravità della lesione. Dopo questo periodo di immobilizzazione, di solito viene avviata la riabilitazione per facilitare il recupero della mobilità, migliorare la stabilità articolare, aumentare la forza muscolare, ottimizzare la qualità del movimento ed infine tornare al tuo sport. In Isokinetic, dopo la visita iniziale con uno dei nostri medici specializzati, il tuo piano di recupero si svolgerà in quattro ambienti diversi, la piscina, la palestra, la sala di analisi del movimento, ed infine sul campo, con l’obiettivo di raggiungere il tuo massimo recupero funzionale possibile e prevenire una recidiva.
In caso di lesioni più gravi che compromettono significativamente la stabilità e la funzionalità dell’articolazione, si raccomanda la gestione chirurgica. Diverse procedure chirurgiche possono essere implementate a seconda delle specifiche della lesione stessa, e vengono sempre discusse in dettaglio tra il paziente e lo staff medico-chirurgico. Dopo la lesione, è comune che al paziente venga prescritto un periodo di immobilizzazione utilizzando un gesso o un tutore, e delle stampelle per scaricare l’articolazione e favorire il processo di guarigione biologica. La riabilitazione dovrebbe iniziare nel periodo che segue la procedura chirurgica per supportare la riduzione dei sintomi, il recupero della mobilità, e la stabilità dell’articolazione. Come per la gestione non chirurgica, in Isokinetic il tuo recupero avverrà nei nostri quattro diversi ambienti riabilitativi (piscina, palestra, sala di analisi del movimento e riabilitazione sul campo) per raggiungere il tuo massimo recupero funzionale possibile.
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