A livello cervicale si possono avere diversi tipi di fratture vertebrali. Clinicamente si distinguono due gruppi di lesioni:
fratture senza interessamento neurologico: fratture amieliche;
fratture con interessamento neurologico: fratture mieliche.
La sintomatologia delle fratture amieliche consiste nel dolore locale, nell’impotenza o nella limitazione funzionale e nelle alterazioni dell’atteggiamento della colonna cervicale.
Una radiografia è in genere sufficiente per la diagnosi; nei casi dubbi o che necessitano di un ulteriore approfondimento si richiede una TAC o una risonanza magnetica (RMN).
La frattura stabile si tratta in modo conservativo con un collare rigido per circa 2-3 mesi; successivamente è necessario iniziare il trattamento riabilitativo per il recupero completo.
Una frattura instabile deve invece essere trattata chirurgicamente al fine di ottenere la stabilizzazione.
Stabilizzazione vertebrale
La stabilizzazione vertebrale è una tecnica chirurgica che favorisce la fissazione della colonna vertebrale ed eventualmente la risoluzione di compressioni delle radici nervose o midollari. Si rende necessaria in presenza di disallineamenti vertebrali come spondilolistesi, scoliosi che non rispondono più a trattamenti riabilitativi o che rischiano di creare una compromissione nella trasmissione nervosa importante.
Tecnicamente l’intervento si esegue in anestesia generale e il chirurgo posiziona una barra ancorata con delle viti tra le due vertebre interessate in maniera tale da impedirne ulteriori movimenti.
La sintomatologia dolorosa e nervosa tende a migliorare progressivamente anche se non è garantita la remissione totale e con un protocollo riabilitativo mirato si può ottenere la ripresa funzionale ottimale.
Riabilitazione per frattura delle vertebre cervicali
Generalmente i pazienti con frattura delle vertebre cervicali sono reduci da traumi diretti o incidenti stradali per cui hanno già iniziato un iter di guarigione che prevedono a seconda del tipo di frattura indagini diagnostiche precise e particolari tutori di protezione.
Successivamente, quando il processo di consolidazione della frattura è dimostrato radiologicamente, è fondamentale iniziare un programma riabilitativo specifico.
Il primo obiettivo è quello del recupero della mobilità attraverso caute trazioni manuali passive eseguite rigorosamente in asse e allungamento muscolare in forma attiva dei paravertebrali cervico-dorsali e trapezi. Per completare questa fase è necessaria anche una correzione posturale del rachide cervico-dorsale in stazione seduta ed eretta di fronte allo specchio.
Successivamente si può passare al secondo obiettivo, quello del recupero della forza della muscolatura profonda del rachide cervicale attraverso esercizi progressivi dapprima in forma isometrica a bassa intensità per evitare uno scorrimento eccessivo dei piatti vertebrali uno sull’altro e dei processi articolari superiori e inferiori.
Alla scomparsa dei sintomi di alterata percezione ed equilibrio e raggiunta una buona stabilità muscolare è fondamentale completare il programma riabilitativo in campo. L’obiettivo è la rieducazione propriocettiva globale attraverso esercitazioni a base di appoggio ridotto (mono-bipodalico, occhi aperti e chiusi) per ripristinare la funzionalità vestibolare e la percezione spaziale.