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Insieme agli altri tre legamenti principali del ginocchio (il legamento crociato anteriore (LCA) e i due legamenti collaterali), il legamento crociato posteriore (LCP) ha la funzione fondamentale di fornire stabilità all’articolazione del ginocchio, impedendo principalmente la traslazione posteriore della tibia sul femore e secondariamente aiutando a resistere alle forze di varo, valgo e rotazione. Rispetto al LCA, il LCP è quasi due volte più spesso e forte, il che lo rende meno soggetto a lesioni. Grazie alla sua funzione e resilienza, le lesioni del LCP sono in genere dovute ad impatti ad alta energia in cui una forza esterna viene applicata alla tibia quando il ginocchio è flesso, come durante una collisione tra veicoli (classica lesione del cruscotto), cadendo sulle ginocchia flesse, o durante gli sport (ad esempio: calcio, basket, sci, ecc.) in cui un meccanismo di iperestensione (± rotazione) è più comunemente identificato. I pazienti con un LCP danneggiato spesso riferiscono dolore (in genere nella parte posteriore del ginocchio), gonfiore, mobilità ridotta, instabilità e funzionalità limitata. Le lesioni ai legamenti sono classificate in base alla gravità del danno riportato tramite un sistema scalare a 3 gradi. Il grado I, spesso indicato come distrazione, è la lesione più lieve, mentre il grado III, caratterizzato da una rottura a tutto spessore del legamento, è il risultato peggiore. Come per ogni altra condizione, la gestione di queste lesioni dipende dalle specifiche dell’infortunio stesso, tuttavia, grazie alla sua elevata capacità di guarigione intrinseca, le lesioni del LCP sono spesso trattate con successo in modo non chirurgico.
In caso di elevati gradi di lesione che comportano significativa lassità e instabilità, danni associati delle strutture circostanti o un legamento cronicamente danneggiato, la gestione chirurgica è la via preferita. Similmente al LCA, la ricostruzione del LCP è la procedura più implementata e le specifiche dell’intervento vengono sempre discusse in dettaglio tra il paziente ed il team medico-chirurgico. Come per la gestione conservativa, il periodo post-operatorio è caratterizzato dall’uso di un tutore e delle stampelle per limitare la tensione del legamento. Si raccomanda un recupero graduale e progressivo della mobilità, la quale deve essere attentamente monitorata da personale medico specializzato per favorire il processo di guarigione biologica ottimale del legamento.
Indipendentemente dalla gestione implementata (chirurgica vs non chirurgica), la riabilitazione dovrebbe essere iniziata il prima possibile per ottimizzare il processo di recupero e ridurre il rischio di complicazioni. Soprattutto con lesioni dei legamenti crociati, raccomandiamo vivamente ai pazienti di essere guidati ed assistiti da un team medico specializzato che possa prendersi cura dell’intero processo di recupero, dall’inizio alla fine. Dopo essere stati visitati da uno dei nostri medici, ti verrà prescritto il miglior programma di recupero su misura per le tue condizioni. I tuoi progressi nel percorso di recupero saranno guidati da diversi test (ad esempio: test isocinetico, test di soglia, test di analisi del movimento, ecc.), per garantire una progressione sicura ed efficace. La tua riabilitazione si svilupperà in diversi ambienti, palestra e in piscina dove minimizzerai i tuoi sintomi e recupererai la mobilità, palestra dove migliorerai la tua forza, sala di analisi del movimento dove ottimizzerai la tua capacità di muoverti, ed infine tornerai alle tue attività ed al tuo sport dopo aver completato la riabilitazione sul campo.
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