Il paziente che oggi ricorre all’intervento di protesi di ginocchio è più giovane rispetto a quanto accadeva qualche anno fa e ripone numerose aspettative nei confronti dell’intervento. L’obiettivo del paziente candidato all’intervento di sostituzione protesica non è più solo quello di risolvere il dolore ma anche di migliorare il suo livello di attività e ritornare a praticare sport.
Dopo l’intervento è importante incoraggiare uno stile di vita attivo, diversi studi infatti dimostrano come dopo l’intervento di protesizzazione un incremento dell’attività fisica riduca il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari.
Ma quali sport si possono effettivamente svolgere con una protesi di ginocchio?
Esiste una correlazione diretta tra il livello di attività e l’usura delle componenti protesiche ed è per questo motivo che si tende a raccomandare attività a basso impatto sul ginocchio e a sconsigliare quelle ad alto.
Le attività a basso impatto sul ginocchio generalmente consigliate comprendono: la camminata, fare le scale, il nuoto e andare in bicicletta.
Pedalando sulla cyclette, ad esempio, non si generano alti picchi di forza, nonostante l’aumento della resistenza e della velocità della pedalata. I picchi di forza sono relativamente bassi nella camminata a fino a 3 miglia all’ora per poi aumentare drasticamente alle velocità superiori a 3 miglia/h.
Nel golf, generalmente inquadrato tra gli sport a basso impatto sul ginocchio, si generano invece sorprendentemente picchi di pressione elevati nei diversi colpi.
I picchi di forza risultano chiaramente elevati anche nel tennis ed è per questo che il doppio è da preferire al singolo che ci si può concedere solo occasionalmente.
La corsa, lo sci estremo e la bici off road sono attività solitamente da evitare.
È molto importante invitare il paziente a rimanere attivo dopo la protesi, come dicevamo prima, informandolo dei possibili rischi legati alle attività ad alto impatto.
Per i pazienti con ambizioni sportive, dopo l’intervento di protesizzazione, è importante che il programma riabilitativo includa attività propedeutiche ad un corretto ritorno allo sport.
Ogni singolo caso richiede dunque un inquadramento degli obiettivi funzionali, che vanno poi interpretati alla luce delle reali caratteristiche individuali del paziente protesizzato per una personalizzazione del programma riabilitativo.
Questo consentirà di evitare improvvisazioni e di ritornare a praticare sport, sia con un’adeguata preparazione che anche con una maggiore consapevolezza della propria condizione e degli eventuali limiti da rispettare.