La Stampa Torino: “L’evoluzione ci ha portato il mal di schiena? Pare di sì. Ciò che si sa per certo è che questo tipo di dolore risulta essere la prima causa di assenza dal lavoro e di ricorso a visite presso i medici di base. Il mal di schiena è un problema che colpisce dal 60 all’80% degli adulti e per risolverlo, o almeno renderlo decisamente meno invalidante, serve un’accurata diagnosi e alcuni accorgimenti «fai da te», di cui si è parlato al secondo appuntamento dei Martedì Salute («E’ possibile curare il mal di schiena? Approccio multidisciplinare»).
(…) vi sono numerosi fattori che predispongono all’insorgenza dei disturbi alla schiena e che noi stessi possiamo fare molto per prevenire o curare la lombalgia. I principali fattori di rischio non sono solo collegati ad eventi traumatici, ad un attività fisica troppo impegnativa, ma più spesso ad un regime di vita sedentario, ad un comportamento poco attento alla salute, al sovrappeso, al fumo, ad uno scadente stato di forma fisica. Quindi, se da una parte la soluzione più efficace è quella di cercare di aumentare la forza e la resistenza muscolare, per meglio sostenere i carichi che nello sport o nel lavoro pesano sulla schiena, dall’altra parte può essere risolutivo perdere qualche chilo di troppo, correggere le posture sbagliate che si assumono a casa o in ufficio e praticare un’attività motoria regolare. «L’attività fisica più adatta allo scopo – spiega il dottor Luca Tomaello, specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione – è quella di tipo aerobico (camminata prolungata a bassa intensità): non rappresenta infatti mai un sovraccarico; consente di migliorare l’apporto di ossigeno ai tessuti ed il rilascio di “endorfine”, sostanze chimiche che migliorano l’umore ed il nostro stato di benessere; determina lo smaltimento dei grassi».
Il Dr. Tomaello, di Isokinetic Torino, dichiara inoltre nella video-intervista:
<<L’approccio fisiatrico nella cura del mal di schiena è indicato nella maggior parte delle patologie della colonna.
Vi sono solo alcune indicazioni specifiche al trattamento chirurgico e, comunque, sempre bisogna re-insegnare al paziente a utilizzare in maniera corretta la sua colonna, sia al paziente che non ha fatto intervento chirurgico sia a colui che si è sottoposto a intervento chirurgico>>.