L’ernia del disco, come tutte le altre erniazioni, è data dalla fuoriuscita di un contenuto dal proprio naturale contenitore. In questo caso il contenuto è il nucleo del disco intervertebrale, il contenitore è il cosiddetto anulus, ossia la parte esterna del disco intervertebrale, il cuscinetto che ha il compito di ammortizzare le forze che si sviluppano all’interno della colonna tra una vertebra e l’altra.
Ma come fa ad uscire l’ernia del disco?
Si crea una lesione nell’anulus e in questa lesione si insinua il nucleo, che è costituto soprattutto da acqua. La lesione dell’anulus generalmente avviene o per microtraumi ripetuti (per esempio per posizioni sbagliate, usura) o per un trauma ad alta energia.
L’ernia vera e propria, poi, quasi sempre compare nel momento in cui ci si rialza da una posizione in flessione anteriore, magari combinata con una rotazione. In questo modo infatti si spinge posteriormente il nucleo del disco intervertebrale che letteralmente si infila nella lesione precedente dell’anulus, e fuoriesce.
Perché l’ernia fa male?
La teoria più accettata oggi è che si sia di fronte a un grosso fenomeno infiammatorio del nervo, causato non tanto dallo schiacciamento, quanto piuttosto dal rilascio di tutta una serie di sostanze contenute nel nucleo discale che sono fortemente irritanti per il nervo.
Questa nuova spiegazione non è secondaria: se la lesione è infatti compressiva la soluzione è inevitabilmente la decompressione, ossia un intervento di tipo meccanico, spesso chirurgico. Se invece la lesione è chimica, allora si aprono nuove speranze per nuove terapie, e alcuni recenti studi farmacologici sembrano molto promettenti.
Diagnosi: il ruolo del medico
Se è vero che l’ernia si vede con un esame come TAC o Risonanza Magnetica, dal momento che oggi sappiamo che circa il 25-30% delle persone che non hanno mai avuto mal di schiena in vita loro hanno un’ernia, abbiamo capito che la vera diagnosi di ernia del disco significativa si può fare solo con una visita.
La TAC e la RM ci possono solo confermare qualcosa che un medico specialista in patologie del rachide individua con una visita approfondita.
Come controllare il dolore?
Quando il dolore è acuto è necessario avvalersi della strategia farmacologica e riabilitativa. Non esiste un protocollo che va bene per tutti.
Il medico in virtù delle informazioni raccolte dalla visita dovrà essere in grado di personalizzare il trattamento. Talvolta può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Dr. Luca Tomaello, Fisiatra di Isokinetic Torino