Sempre più numerosi sono i giovani calciatori che subiscono un trauma al ginocchio nel corso degli allenamenti o delle partite.
Quando il meccanismo del trauma ha una componente di rotazione del ginocchio e l’atleta avverte una sgradevole o anche dolorosa sensazione di movimento anomalo del ginocchio è necessario approfondire. Se a questi sintomi si aggiungono la comparsa di gonfiore del ginocchio, spesso nell’area appena sopra e lateralmente alla rotula, e una immediata impossibilità di continuare l’attività calcistica, deve essere sospettata la lesione di un legamento.
La visita subito dopo il trauma
In ogni caso è opportuno far visitare al Pronto Soccorso l’atleta.
In Pronto Soccorso la visita e il fondamentale esame radiografico consentiranno nella maggior parte dei casi di escludere fratture e porteranno all’indicazione di riposo, elevazione dell’arto, applicazione di borsa del ghiaccio e, in alcuni casi, alla immobilizzazione dell’arto con una stecca gessata (gesso solo posteriormente fasciato con benda morbida anteriormente), sostituibile con un più confortevole ma meno economico tutore articolato di ginocchio.
Il paziente viene solitamente rimandato a visita ortopedica a distanza, qualora non migliorasse. Se il trauma ha avuto le caratteristiche poc’anzi descritte, il consiglio è di eseguire una visita sollecita in ambito traumatologico sportivo e una Risonanza Magnetica, esame di scelta per la valutazione di legamenti, menischi e cartilagine.
Il momento ideale per eseguire questi accertamenti è intorno alle 2-3 settimane dal trauma. La risonanza magnetica potrebbe confermare il sospetto di una lesione legamentosa evidenziando direttamente la discontinuità dell’immagine del legamento e quello che viene chiamato in ambito medico “edema osseo da impatto o edema della spongiosa ossea“ della tibia o del femore che altro non è che una sorta di “livido” da immaginare all’interno delle suddette ossa, conseguenze dirette dell’impatto tra femore e tibia avvenuto per la lesione dei legamenti. Le lesioni legamentose possono essere complete o parziali. La lesione parziale dei legamenti collaterali possono essere trattate con la fisiochinesiterapia riabilitativa. Le lesioni complete dei legamenti collaterali e quelle anche parziali del legamento crociato anteriore sono decisamente più gravi e meritano considerazioni a parte.
Un percorso riabilitativo accurato
La lesione del legamento crociato anteriore rappresenta il vero spauracchio per i calciatori in relazione alla incapacità biologica del legamento di ripararsi. In caso di lesione del legamento crociato anteriore, quando l’esigenza funzionale sportiva è elevata, come nei giovani calciatori, la terapia che dà i migliori risultati è quella chirurgica abbinata necessariamente ad una riabilitazione accurata, progressiva e gestita in ambito riabilitativo fisioterapico. L’intero percorso riabilitativo ha una durata variabile da cinque mesi fino ad un anno dall’intervento in relazione alle caratteristiche biologiche dell’atleta e alla intensità della riabilitazione.
Dr. Furio Danelon
Direttore sanitario
Isokinetic Medical Group – Isokinetic Milano Centro