Se tre decadi fa l’intervento elettivo di chirurgia meniscale era la meniscectomia selettiva artroscopica, ad oggi le evidenze in letteratura sottolineano un aumento nel rischio di sviluppo di osteoartrosi nei pazienti sottoposti ad asportazione parziale o totale di menisco.
Il ruolo dei menischi è fondamentale nel distribuire e dissipare le forze di carico sull’articolazione del ginocchio. In assenza di menisco il carico sul piatto tibiale triplica e l’area di contatto Femoro-Tibiale cambia drasticamente.
Si è giunti quindi al punto di considerare l’importanza di preservare il menisco in termini biologici e funzionali.
Con lo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche per la conservazione del tessuto meniscale a discapito della semplice asportazione (sutura meniscale, trapianto, scaffold) la riabilitazione ha dovuto adeguarsi sviluppando protocolli riabilitativi personalizzati al tipo di intervento, alla richiesta funzionale del paziente ed alle sue caratteristiche bio-psico-sociali.
Quali sono i tempi di recupero dopo intervento al menisco? Quando si può tornare allo sport?
La meniscectomia mediale (MM) è estremamente differente da quella laterale. Nella MM non ci sono particolari restrizioni su ROM e carico, è facile da riabilitare e si ritorna allo sport rapidamente (nella prima settimana si corre in palestra, nella seconda si completa la riabilitazione sul campo e nella terza si torna in squadra).
Nella meniscectomia laterale (ML) bisogna concedere un carico progressivo per i primi 30 giorni per proteggere la cartilagine articolare, spesso il ginocchio può restare gonfio più a lungo e quindi si dilungano i tempi del RTS – Return To Sport (circa 2 mesi).
Nel caso di suture meniscali è innanzitutto fondamentale la comunicazione con il collega ortopedico ad esempio sui materiali utilizzati (riassorbibili o no), rispettare i tempi biologici di guarigione dei tessuti consentendo una flessione attiva che non superi i 90° nel primo mese post-operatorio.
Tutto questo rallenta il tempo di RTS che non avverrà prima dei 6 mesi.
Bisogna considerare con il paziente il rischio di re-injury ma enfatizzare allo stesso tempo i vantaggi a lungo termine di questa procedura chirurgica in termini di azione condro-protettiva
Se ci troviamo di fronte ad un trapianto o all’utilizzo di uno scaffold, la storia cambia completamente.
Queste tecniche chirurgiche sono spesso associate ad una chirurgia articolare complessa.
Al paziente viene prescritto un periodo di circa 4-6 settimane con tutore, stampelle e recupero progressivo del carico e del ROM.
Il RTS non avviene prima di 6 mesi.
Diventa in questo caso fondamentale considerare il tonotrofismo della muscolatura estensoria e flessoria e sarebbe buona norma far eseguire al paziente un ciclo riabilitativo pre-operatorio nell’ottica di minimizzare l’amiotrofia quadricipitale e promuovere una precoce riattivazione muscolare nell’immediato post-operatorio
Quindi, alla luce di quanto detto fin’ora, è fondamentale creare un protocollo riabilitativo personalizzato al fine di massimizzare il risultato della procedura chirurgica selezionata, comprendere gli obiettivi del paziente e guidarlo al massimo recupero funzionale possibile, attuando una strategia riabilitativa precoce, progressiva e supervisionata come avviene in tutto il network Isokinetic.
Esistono delle fasi nel percorso di recupero dopo intervento al menisco che vanno rispettate, nello specifico 5 fasi.
Non può essere solo una scadenza temporale a guidare la riabilitazione, ma criteri clinici, semafori che solo quando sono verdi permettono la progressione alla fase successiva utilizzando tutti gli ambienti riabilitativi (piscina, palestra e campo oltre alla Green Zone/Green Room).
Primo semaforo: camminare senza stampelle
Secondo semaforo: ripresa della corsa su tapis roulant
Terzo semaforo: iniziare la riabilitazione in campo
Quarto semaforo: ritorno in squadra
Non va infine sottovalutata la prevenzione del re-injury.
Le disfunzioni biomeccaniche ed i pattern di movimento alterati possono giocare un ruolo importante nelle lesioni primarie del ginocchio e secondarie in ginocchia già operate. Correggere le disfunzioni biomeccaniche è una componente essenziale di un efficace e sicuro ritorno allo sport.
In Isokinetic lo facciamo attraverso l’esecuzione del test MAT.