Il termine generico lombalgia raggruppa una serie di patologie che generano mal di schiena, ovvero dolore risentito a livello dei muscoli e delle ossa della schiena.
Le cause più frequenti di lombalgia possono essere associate o meno a un trauma. Nel primo caso generalmente è riscontrabile la presenza di una protrusione o un’ernia discale o di una spondilolistesi. Più raramente la causa è uno stiramento o strappo muscolare o la comparsa di una frattura vertebrale lombare con o senza interessamento midollare.
Nel secondo caso possiamo riscontrare artriti infiammatorie, patologie tumorali o i difetti intervertebrali minori (DIM) ed è frequentissimo un interessamento muscolare in risposta alle cattive abitudini di vita.
Esempi comuni possono essere una posizione scorretta sul divano o sulla sedia da lavoro, molte ore passate in auto, carichi esagerati durante gli allenamenti in palestra, aumento di peso corporeo, sedersi con il portafoglio nella tasca posteriore e tanti altri.
L’episodio di lombalgia acuta è noto come “colpo della strega”, un dolore talmente intenso da costringere il paziente a rimanere a letto per diversi giorni e che in genere insorge dopo un movimento brusco in torsione o in flesso-estensione del rachide. Spesso i sintomi si presentano dopo aver sollevato un peso in posizione semiflessa con la sensazione di schiena bloccata. Altre volte bastano anche gesti banali come infilarsi i pantaloni o chinarsi davanti al lavandino.
Questi sintomi possono persistere anche per diversi mesi se non adeguatamente trattati, in questo caso parliamo di lombalgia cronica.
La visita medico specialistica mira a stabilire l’origine della lombalgia e se ci siano associati segni di compressione di una radice nervosa. Questo potrebbe causare un dolore irradiato lancinante con parestesie, ovvero sensazione di formicolio o alterazione della sensibilità cutanea nei distretti innervati da quella specifica radice, ma anche perdita di forza della muscolatura corrispondente.
Quasi sempre i muscoli che governano i movimenti del rachide sono contratti e dolenti in risposta di protezione post traumatica e questo può generare un fastidio persistente e persino notturno che altera la qualità del sonno.
Gli esami strumentali richiesti nel sospetto di alterazioni strutturali del rachide sono in genere una radiografia standard del rachide lombo-sacrale, una risonanza magnetica (RMN) o in alternativa una TAC se c’è il sospetto di una discopatia.
Sulla base degli esami strumentali e della sintomatologia il trattamento indicato sarà conservativo o chirurgico. Un trattamento conservativo prevede un percorso riabilitativo specifico mirato alla risoluzione della sintomatologia, al ripristino di una funzionalità ottimale e alla prevenzione di recidive. Il trattamento chirurgico sarà invece mirato alla risoluzione dell’alterazione strutturale causa della sintomatologia dolorosa.
La lombalgia può essere suddivisa in acuta o cronica a seconda della modalità di insorgenza ma entrambe presentano caratteri comuni caratterizzati da presenza di dolore localizzata alla regione lombare, blocco più o meno marcato in alcuni movimenti in flesso/estensione soprattutto al mattino e difficoltà a mantenere una posizione prolungata nel tempo.
Il protocollo terapeutico in entrambi i casi è simile, variano solo le tempistiche di guarigione. L’obiettivo primario del programma rieducativo è la riduzione della tensione muscolare e del dolore, attraverso terapie fisiche come laser, tens, ipertermia e massoterapia decontratturante dei paravertebrali lombari, quadrato dei lombi, miofasciale dell’ileopsoas e riflessogeno del piriforme.
Ridotta la contrattura muscolare, è possibile recuperare l’articolarità e la mobilità attraverso lo stretching muscolare degli adduttori, psoas, glutei, ischiocrurali e TFL; non appena possibile, è utile effettuare attività aerobica consentita (camminata su tapis roulant, ellittica) non prima di aver provveduto alla correzione posturale dell’assetto globale del rachide, viziato da contrazioni antalgiche e atteggiamenti scorretti acquisiti nel tempo.
Una volta diminuito il dolore, è possibile iniziare la fase più importante del protocollo, quella della tonificazione muscolare, attraverso esercitazioni per il trasverso dell’addome, glutei, quadricipite, retto addominale, obliqui e dei muscoli del core veri e propri stabilizzatori e dissipatori delle forze che agiscono sul rachide. Verranno proposti esercizi dapprima in isometria e progressivamente verranno inseriti elementi per migliorare il controllo e la difficoltà come palloni bobath e pedane instabili.
Il programma riabilitativo termina con l’ultima fase quella della ripresa dell’attività sportiva praticata sul campo sportivo con esercitazioni per ripristinare la funzionalità vestibolare e la percezione del corpo e specifiche secondo i fondamentali tecnici dello sport di provenienza.
L’80% della popolazione è colpito da mal di schiena nel corso della sua vita e a causa di questo va incontro a una disabilità temporanea che non si aspetta e che lo porta anche ad astensione lavorativa protratta. Una visita medico specialistica dettagliata è importante per definire la diagnosi che tiene conto delle caratteristiche di presentazione, della storia clinica e dell’obiettività e in base alla quale definire le indagini appropriate da eseguire.