È una tecnica che prevede l’allungamento della capsula articolare in tutti i suoi piani ed è utilizzata in particolar modo in presenza di un’articolazione poco utilizzata che quindi perde elasticità fino ad irrigidirsi.
Lo stretching capsulare stimola le ghiandole sinoviali della sinovia a produrre il liquido lubrificante, che facilita lo scorrimento delle superfici articolari.
La capsula articolare inoltre, con l’invecchiamento, è destinata a subire un processo di calcificazione che causa dolore e difficoltà di movimento: grazie a questo particolare stretching è possibile influire sull’azione del tempo, rallentando il processo fisiologico.
L’esecuzione dello stretching capsulare prevede esercizi che tendono a diminuire la pressione intrarticolare e a facilitare la separazione delle superfici articolari.
In ambito rieducativo è molto utilizzato in alcune patologie di spalla che causano una retrazione dolorosa, a carico soprattutto della porzione posteriore della capsula articolare.
In genere lo stretching viene dapprima effettuato passivamente dal rieducatore (stretching assistito): in un secondo momento, il paziente impara ad eseguirlo autonomamente (stretching autoassistito)